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E’ vero che nel diritto civile esiste la “promessa del fatto del terzo”, ma se il terzo rifiuta di obbligarsi, il promittente è tenuto a indennizzare il promissario.
Un anno fa il vicesindaco Giacomello definiva “innovativo” l’ultimo progetto del nuovo Hospice udinese, capace di qualificare l’ex Caserma Piave, e l’Assessore Regionale alla Salute Telesca dichiarava la disponibilità della Regione ad aumentare il finanziamento per garantire la realizzazione dell’opera.

Oggi invece, mentre il sindaco Honsell si ripara dietro un: “abbiamo garantito un Hospice dignitoso alla città”, facendo riferimento ai posti che, non lui, ma la Regione e ASS4 hanno destinato temporaneamente al servizio di Hospice all’interno del Gervasutta, la Regione non ha più intenzione di finanziare ulteriormente l’opera, e i cittadini rimangono senza una chiara prospettiva di servizio.
Ma in mezzo cosa è successo?

E’ arrivata la mannaia della Riforma Sanitaria Regionale e il PD ha abbandonato Honsell e le sue promesse elettorali?
Se questa può essere una spiegazione di quanto accaduto, comunque non è certa né esaustiva e il quadro rimane torbido, tanto che lo stesso Assessore alla Salute del Comune di Udine, Simona Liguori, ieri in Commissione Politiche Sociali ha sospirato dicendo: “alla fine qualcosa verrà fuori”.
Il prezzo, in termini di anni trascorsi inutilmente e di risorse dilapidate (progetti), è ancora una volta sulle spalle dei cittadini e di questo nessuno li rimborserà.

A questo punto ci si chiede: ma qual è il peso politico che il Sindaco Honsell si vanta di avere in Regione? E poi, visto che oggi il Sindaco dice che l’Hospice non è cosa “in capo al Comune”, se non aveva la possibilità di determinare la realizzazione dell’Hospice perché l’ha inserito, sin dal 2008, nei suoi programmi elettorali?

Ora, se la costruzione dell’opera in sé richiederà degli anni, prima molte altre cose dovranno essere definite e chiarite: se l’intenzione è quella di aprire la strada alla Quiete lo si dica chiaramente.

Paolo Perozzo – M5S Udine