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Euro: morbo di povertà

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I padri dell’euro sapevano quali sarebbero state le conseguenze dell’adozione di una moneta “straniera”, come valuta, per la nostra economia! Coloro i quali ci hanno fatto entrare nell’euro sapevano di commettere un gravissimo errore per l’economia del Paese e delle nostre imprese ma hanno accettato ugualmente di essere promotori del sistema. Ad oggi, quando affronto le tematiche relative ai problemi che la moneta unica ha causato, schiumo di rabbia! Perché, tutto questo, lo hanno anche ampiamente confessato:

Padoa Schioppa (1999) “L’Europa non nasce da un movimento democratico”;

Prodi (2001) “Un giorno ci sarà una crisi e saremo obbligati ad introdurre nuovi strumenti politici, oggi non proponibili (Financial Times)”;

Monti (2011) “I passi avanti dell’Europa sono cessioni di sovranità. I cittadini possono essere pronti a queste cessioni solo quando c’è una crisi in atto (LUISS)”.

In merito all’ultima affermazione sopra riportata vorrei far presente al lettore che la Costituzione italiana non prevede cessioni di sovranità, ma solo limitazioni alla stessa, poiché all’articolo 11 della Legge Fondamentale si afferma: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

Fatte queste, a mio avviso, doverose premesse, cercherò di spiegare, in breve, perché l’euro è la causa della crisi attuale. L’utilizzo di una moneta unica per paesi economicamente e strutturalmente diversi, (come possono essere, per esempio; l’Italia e la Germania) porta ad un aumento della disoccupazione e conseguentemente si accresce il divario esistente tra il paese debole e quello più forte. I beni del paese più debole diventano meno convenienti rispetto a quelli del paese più forte e quindi le esportazioni di quest’ultimo cominciano ad aumentare, facendo diventare economicamente sempre più forte, il paese esportatore, rispetto al paese importatore; si creano conseguentemente degli squilibri nella bilancia commerciale dei paesi interessati. I beni importati possono essere più convenienti, ma hanno la spiacevole caratteristica di essere prodotti all’estero, generando nel paese importatore disoccupazione e quindi calo di domanda. Ricordiamoci sempre che il motore dell’economia è la domanda: la flessibilità e la precarietà nel mondo del lavoro non aumentano la domanda, anzi la peggiorano, perché hanno come unico scopo l’abbattimento dei salari e quindi la riduzione della capacità di spesa delle persone. Oggi siamo in crisi perché non c’è domanda! L’impresa produce (quindi occupa delle persone) se i suoi prodotti sono domandati dal mercato! Con l’euro inoltre si è fissato il cambio, cioè si è fissato il prezzo della moneta. Un euro italiano vale tanto quanto un euro tedesco. Se oggi la Germania avesse il marco, il suo valore sarebbe molto elevato e quindi i suoi prodotti sarebbero meno competitivi; ci sarebbero per le strade meno utilitarie tedesche e per gli italiani sarebbe più conveniente l’acquisto di una autovettura prodotta nel nostro paese.

Poniamoci ora un’interessante domanda: Se il nostro governo decidesse, per Natale, di aumentarci il nostro reddito disponibile (diminuendo la pressione fiscale), la situazione generale cambierebbe?
La risposta è NO. Perché il consumatore, logicamente, continuerebbe a comprare i prodotti che a lui interessano e che sono, per lui, più convenienti.

Come si può uscire da questa infernale situazione di crisi? La prima cosa da fare, a mio avviso, è dotarsi di una propria moneta e riacquistare la sovranità monetaria! Senza il controllo della moneta uno Stato non può avere nessuna autonomia e si riduce a uno status di paese del Terzo Mondo.

Gianni Radda

 

5 Responses to “ Euro: morbo di povertà ”

  1. Alex Santucci scrive:

    Analisi eccellente e divulgativa. Complimenti.

  2. Alex Santucci scrive:

    Analisi chiara e divulgativa. Complimenti

  3. Anna Maria scrive:

    Beppe Grillo. “In nome di Dio e della democrazia, andatevene” …fuori dall’Euro!

    “È tempo per me e per gli italiani, di fare qualcosa che avrebbe dovuto essere fatto molto tempo fa: mettere fine alla vostra permanenza in questo posto, voi che avete disonorato e sostituito i governi e le democrazie senza alcun diritto. Voi siete un gruppo fazioso, nemici del buon governo, banda di miserabili mercenari, banchieri che scambierebbero il loro Paese con Esaù per un piatto di lenticchie; come Giuda, tradireste il vostro Dio per pochi spiccioli e anche meno. Avete conservato almeno una virtù? Un briciolo di umanità? C’è almeno un vizio che non avete preso? L’oro e lo spread sono i vostri dei. Il Pil è il vostro vitello d’oro.

    Vi manderemo a casa con l’uscita dell’Italia dall’euro. Si può fare! Lo sapete bene, Il M5S raccoglierà le firme per una legge di iniziativa popolare e poi, grazie alla nostra presenza parlamentare, lancerà un referendum consultivo come è avvenuto per l’ingresso nell’euro nel 1989. Si può fare! So che ne siete terrorizzati. Crollerete come un castello di carte, vi frantumerete come un vaso di cristallo. Senza l’Italia nell’euro, finirà questo esproprio delle sovranità nazionali in tutta Europa. La sovranità appartiene al popolo non alla BCE e neppure alla Troika o alla Bundesbank. I bilanci nazionali e la moneta devono tornare sotto il controllo degli Stati, non delle banche d’affari. Noi non lasceremo strozzare la nostra economia e far diventare schiavi i lavoratori italiani per pagare interessi da strozzini alle banche europee.

    L’euro sta distruggendo l’economia italiana. Dal 1997, quando l’Italia rivalutò la lira per agganciarla all’ECU (condizione per poter entrare nell’euro) la produzione industriale italiana è scesa del 25%, nello stesso periodo in Germania è cresciuta del 26%. Sono state vendute all’estero centinaia di imprese italiane che hanno fatto la storia e la fortuna del Made in Italy. Il tasso di disoccupazione giovanile è salito al 43% e circa mezzo milione di lavoratori sono in cassa integrazione. L’Italia non può fare investimenti a causa del debito pubblico e degli interessi che comporta agganciati all’euro, gli interessi passivi annui sul debito pubblico arrivato a luglio alla quota record di 2.168,6 miliardi di euro sono destinati ad aumentare e a raggiungere quota 100 miliardi nel 2015. Stiamo soffocando. Nel primo semestre del 2014 hanno chiuso più di 8.000 imprese, due all’ora. Dobbiamo svincolarci dalla morsa dell’euro il prima possibile. Prima del default.

    Voi qui parlate una lingua incomprensibile, una neolingua d’affari, per la gente comune. Di quello che veramente fate e perché non si sa nulla. Sigle su sigle per nascondere le vostre azioni aberranti che tagliano la spesa sociale e ogni diritto dei lavoratori per trasformarli in interessi sul debito. LTRO, Fiscal compact, spread, ttip, quantitative easing. Siete tutto tranne che trasparenti, siete degli avvoltoi che vanno mandati a casa. Ma qual è la vostra casa? Chiedete sacrifici, ma avete un doppio Parlamento, uno a Bruxelles e uno a Strasburgo, ma quello vero è la sede della BCE.

    Si parla di Europa, di UE, di euro, ma mai di solidarietà europea. Il M5S aveva proposto l’abolizione del Fiscal Compact, la cui applicazione trasformerebbe gli italiani in miserabili sotto la soglia di povertà con circa 50 miliardi di euro di nuovi impegni finanziari annui per circa un ventennio e l’applicazione degli eurobond in modo da equiparare il rischio titoli tra tutti i Paese europei. Non è arrivata nessuna risposta. Nessuna. Anzi dopo aver costituito il gruppo europeo EFDD ci sono state negate persino presidenze e vicepresidenze in tutte le commissioni, posizioni di cui avevamo diritto per rappresentanza. La prima volta che è successo nella storia della UE. Non vi vergognate?

    Non siamo in guerra con l’ISIS o con la Russia, ma con la BCE che ha sostituito i governi nazionali e i cui membri hanno pure l’arroganza di dichiararlo apertamente. In Italia gli ultimi tre presidenti del Consiglio, incluso ovviamente Renzi, non sono stati eletti in libere elezioni, ma su indicazione di istituzioni finanziarie straniere con il beneplacito di Napolitano Ora basta, la sovranità italiana, inclusa quella monetaria deve essere restituita agli italiani. L’abbiamo conquistata con le guerre e con la Resistenza. Non la cederemo facilmente a dei banchieri con la faccia di cera.
    Vi manderemo a casa con il referendum. Preparatevi al vostro di default, quello della BCE, non al nostro: noi facciamo sul serio! Sappiamo che saremo attaccati in ogni modo, ma non ci fate paura.
    In nome di Dio e della democrazia, andatevene!”

  4. […] I padri dell’euro sapevano quali sarebbero state le conseguenze dell’adozione di una moneta “straniera”, come valuta, per la nostra economia! …Continua la lettura sul blog dell’autore (link) […]

  5. […] mio precedente articolo, Euro morbo di povertà, si è richiamato il concetto …Continua la lettura sul blog dell’autore […]

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