novità da "udine-friuli a 5 stelle"


COMUNICATO N. 27/2019 del 07.04.2019 – AH…LA “VECCHIA” CARA GAVETTA, QUANTO SAREBBE UTILE!!! MA, BASTA UN CLIC…O 200! (E QUESTI SONO I RISULTATI).

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Quando ho posto, in passato, la questione dello studio, della meritocrazia e di un percorso graduale e premiale all’interno del MoVimento 5 Stelle per l’accesso alle candidature, poco mancava si ricorresse al linciaggio della “strega”.
Il “bello del MoVimento” dissero, è che ognuno fa quello che può, quando può e come può, e che tutti si possono candidare.
Io provai a raccontare loro la storia delle casette dei tre porcellini, ma…non fui ascoltata.
Troppo greve ascoltare la verità, anche da parte di uomini “fatti e finiti”.
Meglio credere a un sogno!

Ora, che sempre più nodi stanno venendo al pettine, mi soffermerei sulla competenza e sulla conoscenza dei fatti della “deputata de noaltri”, Sabrina de Carlo.

Intanto, solo per rendere l’idea, vorrei ricordare i recenti pregressi sulla De Carlo:

COMUNICATO N. 07/2019 del 18.02.2019 – FIRME PER “VINCOLO DI MANDATO” – Firma deputata Sabrina De Carlo su interpellanza deroga pesticidi.

Ora, un’altra meraviglia, che vi consiglio di seguire con attenzione.
La questione Stadio Friuli.
Seguita nel dettaglio, anche con esposti alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, prima nel corso del mio mandato quale Consigliere comunale di Udine e ora, da cittadina, insieme al Consigliere comunale di Udine Domenico Liano.
L’unico che ritengo degno della mia collaborazione in quella lista (Amministrative di Udine) malamente partorita.

L’altroieri, per la verità, una buona notizia, sul giornale Messaggero Veneto, che rileva alcune cose che si stanno denunciando da anni: luci e ombre sulla valutazione dello Stadio Friuli.

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Ieri…il post della De Carlo. Da far pensare, e parecchio!
Ricordo che la signorina in questione nel corso dello scorso mandato era nella segreteria dei Consiglieri regionali M5S FVG.
E, visto che lo era, dovrebbe avere contezza della questione, anche se in modo superficiale, essendo stato lo Stadio Friuli e quanto ad esso correlato più volte alla ribalta delle cronache negli anni scorsi.
Ma dove vive questa?
E i suoi SCONOSCIUTI COLLABORATORI???
Si occupano solo di questa “mitica” comunicazione? E tutto il resto viene lasciato nel dimenticatoio?
A essere maliziosi si potrebbe pensare che ci si stia allineando a chi ha governato finora e ai poteri forti correlati. Anche in Regione FVG.
Questo sarebbe imperdonabile.

Quanto scritto dalla De Carlo in grassetto. Il mio in caratteri normali.

FOTO STADIO FRIULI DACIA ARENA DE CARLO SUT

“Che ne pensate degli impianti sportivi italiani? Ho visitato la Dacia Arena, lo stadio dell’Udinese calcio”.
Lo Stadio si chiama “Stadio Friuli”, situazione sintetizzata nel mio articolo successivo:

COMUNICATO N. 34/2018 del 22.08.2018 – …E FU COSI’ CHE LO STADIO SI CHIAMO’ “STADIO FRIULI”…

“Sapevate che nel 2016 è stato inserito nella top ten degli stadi più funzionali nati in quell’anno ed è uno dei quattro stadi di proprietà delle società sportive in Italia?”
Lo Stadio Friuli è di proprietà del Comune di Udine, concesso per 99 anni all’Udinese Calcio, situazione sintetizzata nel mio articolo successivo: http://www.m5s-udine-friuli.it/comunicato-n-202018-dell11-05-2015-un-pasticcio-della-giunta-honsell/

“La Dacia Arena è una struttura all’avanguardia che può contenere fino a 25 mila spettatori, accessibile a tutti e realizzata senza ulteriore consumo di suolo e pensate che, entro il 2020, sarà anche autonoma dal punto di vista energetico!”
Beh, mi sembrerebbe una cosa scontata, visti i costi.

“Questo bellissimo impianto sportivo dimostra come si possa concepire lo spazio in un modo del tutto innovativo e favorire con lo sport anche la crescita economica del territorio, aumentando i posti di lavoro e tutto il ricavato commerciale”.
Vedi mio articolo precedente, precedenti e successivi (sul sito sono presenti 5 pagine di titoli sul tema, in ordine cronologico, digitando le parole “Stadio Friuli”)

“Non è solo l’impatto positivo sul territorio dello stadio ad essere straordinario: i dirigenti dell’Udinese Calcio ci hanno infatti illustrato tutti gli aspetti della sicurezza, diventata importantissima negli stadi per arginare fenomeni di violenza, oltre alle nuove tecnologie impiegate e ogni altro progetto per farne una struttura attiva e funzionante non solo nei giorni in cui ospita competizioni sportive”.
Vi hanno esposto anche i “dettagli”?

“Il sistema di sorveglianza attivo è davvero impressionante, e presto verrà adottato anche il Facial Recognition (riconoscimento facciale) per evitare l’accesso dei daspati, ossia di tutti coloro che a seguito di denunce o condanne anche con sentenza non definitiva hanno il divieto di accedere ai luoghi in cui si svolgono le manifestazioni sportive al fine di impedire aggressioni violente (D.A.SPO. = Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive)”.

Infine tra le novità tecnologiche vi è anche un sistema che consente di utilizzare i telefoni in luoghi molto affollati. Le torri di trasmissione sono progettate solo per gestire un certo numero di connessioni contemporaneamente. Se nello stesso momento troppi utenti sono connessi alla stessa torre è probabile che il segnale abbia diversi disservizi. È questo che avviene quando siamo allo stadio e tutte le persone usano il telefono e noi non riusciamo a chiamare o a entrare su Internet, ed è lo stesso motivo per cui i messaggi di Capodanno e di Natale arrivano spesso in ritardo.

“Immaginate per i comuni, le società e per il sistema del Paese che grande ritorno d’immagine ed economico potrebbe esserci, per questo motivo il Governo sta lavorando al fine di supportare chi intraprende questo virtuoso percorso con incentivi e meccanismi di premialità”.
Bravissimi!

“È un nuovo concetto di utilizzo degli spazi e dello sport che in altri Paesi come l’Inghilterra era già arrivato da tempo, adesso l’Italia deve tornare al passo con il resto dell’Europa, sotto ogni aspetto!”
Magari, se si rispettassero le regole, anche si…Comunque ci aveva già pensato il buon Del Rio, insieme alla Serracchiani.

Molto si trovava anche qui…https://it.wikipedia.org/wiki/Stadio_Friuli

Riporto alcuni commenti:
Daniela De Mezzo: Perché lo chiami dacia arena???la contestazione è che abusivamente hanno tolto il suo nome…stadio FRIULI
Cicci Pol: Tutto molto bello. Ma se l’Udinese finisce in serie B sarà stato tutto pressoché inutile. 😉
Luca Di Pilato: Sempre più bella e brava! 💪
Marco Botti: 👍👍👍👏👏👋
Paolo Silvestri: chiedere al consigliere comunale Liano la storia dello stadio, Pozzo e Honsell troppa fatica vero ??? giusto ieri sul Messaggero Veneto c’era l’articolo dell’accordo tra la societá sportiva e l’agenzia delle entrate per i valori dichiarati e relativi oneri che dovevano essere pagati….la storia dello stadio di Roma non vi insegna nulla !!!
Mario Bompadre: Mi sembra un ottimo impianto sportivo!
Fabio Gallo Bhé: il Mapei Stadium non scherza neanche, parliamone
Festim Kertusha: Sempre.bella.grande
Bella.amica
Bel.sabato.e.pranzo
Tc Spurs: Confronto a Spagna Germania Inghilterra fanno skifo
Massimo Bolzan: Il grande problema dello sport in Italia non sono i grandi stadi, ma il livello dei piccoli impianti sportivi, palazzetti nei piccoli e medi comuni. Impianti per lo sport di base, spesso vecchi e decadenti, bisognosi di manutenzione, perché spesso cadono a pezzi. Queste sono le priorità.
Valter Tabacchioni: Ma infatti, per quale motivo gli stadi devono essere di proprietà pubblica, è stata privatizzata l’acqua però gli stadi sono pubblici. Il comune si deve preoccupare solo che i progetti rispondano a tutte le prescrizioni ed evitare speculazioni
Giovanni Verduci:_ La punta di un aisberg… Tutto il resto dei stadi italiani è molto carente… Purtroppo
Mario Bernardis: FVG come sempre all’avanguardia.

Per tutti gli atti ufficiali, miei e del consigliere Liano, mi occorrerebbe una mezza giornata, lo farò in post successivo.
Intanto, Visto che la gentilissima e trasparente deputata De Carlo mi ha bannato, Le chiedo, in questa sede:
1) Questa “battaglia” per la legittimità di ogni atto relativo allo Stadio Friuli va avanti da qualche anno, ed è stata anche sui giornali.
Quando Lei era segretaria dei “Regionali” che faceva? Metteva forse i “mi piace” ai deputati invece di seguire le notizie?
2) Ora, dall’alto del suo ruolo attuale, dovrebbe avere dei collaboratori che, tra le altre cose, Le preparano la rassegna stampa, anche in caso di sua assenza dall’Italia.
Chi sono costoro?
Non mi sembrano molto preparati. Le consiglierei di cambiarli.
3) Sull’utilizzo di contributi pubblici per determinate priorità, sarei a suggerirLe comunque un attenta analisi degli atti, anche economici, delle grandi Società sportive. E delle dinamiche correlate.
A Lei e al Governo.
Inizi da questo:

DA MESSAGGERO VENETO DOMENICA 10 MARZO 2019:
Il patron dell’Udinese pagherà una multa di 45 mila euro: «Nessuna conseguenza per la società»
Fatture per operazioni inesistenti
Gianpaolo Pozzo patteggia 6 mesi

Christian Seu Ha patteggiato sei mesi di reclusione (convertiti in 45 mila euro di multa) il patron dell’Udinese calcio, Gianpaolo Pozzo, accusato – in quanto amministratore di fatto della società – di aver emesso fatture per operazioni inesistenti e per omessa dichiarazione. Nel mirino della Procura erano finite in particolare alcune transazioni effettuate dalla società friulana con Casals, azienda che assieme alle altre della holding Freud faceva parte della galassia gestita dalla famiglia Pozzo. La sentenza è stata pronunciata nei giorni scorsi dal gup del Tribunale di Udine, Emanuele Lazzàro, e mette la parola fine a un procedimento penale avviato nel 2014 e scaturito dalle operazioni di verifica della Guardia di finanza sui bilanci dell’Udinese calcio. Partita da un’ipotesi di imponibile non dichiarato tra il 2009 e il 2014 pari a circa 63 milioni di euro, tra presunte operazioni di esterovestizione, fatture per attività – in particolare di scouting – inesistenti e costi indeducibili, per un totale di 20 milioni d’imposta evasa, la trattativa con le Entrate si era conclusa con una sanzione di 11,5 milioni di euro. A Pozzo il pm Marco Panzeri, che ha coordinato l’inchiesta, ha contestato anche il mancato assolvimento degli obblighi dichiarativi in Italia: iscritto all’Aire, era finito insieme alla moglie Giuliana Linda nel mirino delle Fiamme gialle per la presunta fittizietà delle rispettive residenze all’estero. Come riportato più sopra, il patron delle zebrette, assistito dall’avvocato Maurizio Miculan, ha patteggiato sei mesi (convertiti in una sanzione di 45 mila euro) e ottenuto la non menzione nel casellario giudiziario. Rispetto alle contestazioni iniziali, per una serie di altre operazioni (anche con Oxford e Granada) la difesa è riuscita a dimostrare che le operazioni non erano inesistenti, ma fatturate con incongruenze. Il commento della società friulana alla sentenza è stato affidato a un comunicato apparso in mattinata sul sito ufficiale dell’Udinese: «Ogni aspetto fiscale e penale della vicenda si è così definitivamente chiuso, senza alcuna conseguenza in capo a Udinese calcio, ai suoi amministratori e dirigenti – si legge nella nota -. Per l’Udinese e la famiglia Pozzo si tratta di una sentenza importante, che mette in rilievo come sia stata riconosciuta l’irrilevanza penale delle operazioni indagate, stante l’infondatezza dell’ipotesi di un non corretto sistema di fatturazione da parte della società». E ancora: «Le mole di informazioni, documenti e pareri tecnici messi a disposizione degli inquirenti da parte dell’Udinese ha dimostrato l’effettività delle operazioni oggetto di fatturazione, con conseguente assenza di profili penali nell’operato della società».Il contenuto del comunicato è stato accolto con un misto di «ilarità e indignazione» dal procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo: «Ilarità perché leggo che non ci sarebbe stato nulla di penale: il patteggiamento ha riguardato tutti i reati contestati a Pozzo, in una duplice veste: quella di amministratore di fatto dell’Udinese, negli anni in cui quei reati venivano commessi, e quella di persona fisica che ha evaso il fisco in Italia. E indignazione, perché se quelle frasi fossero state dette davanti al giudice che ha pronunciato la sentenza, in un Paese serio, si parlerebbe di oltraggio alla corte». «In realtà – prosegue De Nicolo – l’imputato ha definito con il fisco la sua posizione promettendo di versare quasi 13 milioni e ne ha finora versati poco meno della metà, ovvero la parte necessaria per definire con patteggiamento il processo penale. Infatti per legge non si può essere ammessi a patteggiare un reato fiscale se non è stata definita la pendenza erariale. Pozzo ha definito quella parte di pendenza erariale che riguarda le imputazioni penali e per questo ha potuto patteggiare: mi rendo conto che l’Udinese deve fare qualcosa per galvanizzare i tifosi, ma non può mistificare la realtà». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Sperando in un “ravvedimento operoso” attendo risposte, pubbliche, sulle vostre intenzioni.
Grazie.

Claudia Gallanda
Già Consigliere comunale di Udine

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