Non mi ha meravigliato più di tanto la nomina del senatore Stefano Patuanelli al ruolo di capogruppo del M5s al Senato della Repubblica.
Così gira il mondo. Vecchia politica? Sì. Proprio le cose che il Movimento ha sempre stigmatizzato negli altri partiti.

Contrariamente a quanto scritto da alcuni osservatori, il senatore è da anni in stretto contatto con i vertici del movimento e, anche se un tempo a distanza, pare faccia parte del gruppo dei fedelissimi del neo nominato vice premier Luigi di Maio.
Infatti Patuanelli è stato per anni il referente “de facto” dei vertici nazionali in FVG, cosa che ha sempre smentito ma che recentemente è stato costretto a confermare.

Quanto il suo operato in regione sia stato oggettivo e quindi obiettivo è tutto da dimostrare.
Il ruolo di referente nonché in qualche modo filtro e tramite delle istanze e delle tante ingiustizie interne, che si sono consumate in questi anni tra i quattro cantoni della nostra regione – tuttora senza colpevoli – era – anche se de facto- un suo onere e responsabilità.
Se poi lo abbia svolto bene o male non lo dico io o altri, ma i disastrosi esiti delle elezioni in FVG, e a Udine in particolare.
Disastro, peraltro, ampiamente annunciato, e denunciato.

Dopo questo flop, non solo M5S, gli altri partiti hanno preso le opportune decisioni.

Lui invece, grazie anche alle sue amicizie romane, oltre alla carica elettiva si è preso anche una “promozione”, così da godersi anche tante moine, per un posto al sole o per qualche briciolo di considerazione futura.

Claudia Gallanda
già Consigliere comunale di Udine per il M5s
Mandato 2013-2018

Inviato alle principali testate il 09 giugno 2018.