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APPELLO DI EMILIA – Comitato no TTIP, no CETA 30.05.2017

ceta

Buongiorno,
riporto come alcuni giorni fa, e come tempo fa, l’appello di Emilia Accomando, da sempre impegnata su questo fronte.
Volevo parlare di questa iniziativa anche nel corso della scorsa riunione regione regionale,
ma un baritono molto zelante, appena arrivato (vorrà forse candidarsi nei posti “più appetibili”?), al fianco di una altrettanto zelante Presidente del Gruppo Consiliare Regionale M5S,
hanno fatto si che non potessi adeguatamente esporre questa importante iniziativa,
dal momento che la priorità della consigliera in questione era non pagare il sovrappiù di sala,
del quale, tra l’altro, con mail pec indirizzata alla regione,
avevo scritto che mi sarei fatta carico interamente io.
(25 euro all’ora + IVA)
Faccio presente che i consiglieri regionali prendono 2.500 euro al mese + rimborso spese max di 1.000 euro.
Lottare contro il sindaco lo avevo messo in conto, ma contro i miei, e per portare avanti temi come questo, lo considero disgustoso.
Un tanto.
Claudia Gallanda.

Cari tutti, scusate la mia insistenza.
So che siete assorbiti dalla vostra quotidianità e questo invio di lettere vi può sembrare un inutile rito, ma è
l’unico strumento di noi dei Comitati
senza fondi, senza agganci, senza appoggio dei media
per farci sentire!
Ora spedite la lettera che segue, domani il Parlamento ospita Trudeau, il Primo Ministro canadese, poi datemene notizia.
Aggiungo anche il nome dell’on. Rosato che avevo dimenticato nella precedente mail.

emilia

laura.boldrini@camera.it,
rosato_e@camera.it
r.brunetta@camera.it,
rampelli_f@camera.it,
lupi_m@camera.it,
fedriga_m@camera.it,
fico_r@camera.it,
romano_f@camera.it,
pietro.grasso@senato.it,
paolo.romani@senato.it,
gianmarco.centinaio@senato.it,
lucio.barani@senato.it,
andrea.cioffi@senato.it,
maurizio.sacconi@senato.it

All’attenzione della Presidente della Camera dei Deputati on. Laura Boldrini
All’attenzione del Presidente del Senato Pietro Grasso
Ai capigruppo della Camera dei Deputati e del Senato

Egregi Presidenti, egregi Onorevoli,
sono una cittadina del Fvg e scrivo a nome del Comitato StopTTIP/CETA di Udine.
Operiamo uniti anche con i Comitati di Pordenone, Trieste e Gorizia e con quelli del Veneto.
Nel nostro Comitato ci sono rappresentanti di circa una settantina di associazioni, movimenti, sindacati, tutti schierati a difesa dei diritti.
Vi scrivo nell’approssimarsi della giornata di fine mese, giorno in cui è previsto l’intervento in Parlamento del Primo Ministro canadese Justin Trudeau.
Presumiamo che nell’intervento il Primo ministro sosterrà le grandi opportunità del CETA (Trattato di Libero Scambio tra UE e Canada).

Non siamo persone acriticamente di parte e ci rivolgiamo a Voi, sia nella funzione di rappresentanti del Governo italiano, garanti di quegli stessi cittadini che vi hanno dato il mandato, sia come democratici schierati a difendere le nostre garanzie anche nelle negoziazioni dei Trattati di libero commercio.

Perché vi scriviamo direttamente?
Noi cittadini italiani ed europei siamo seriamente preoccupati per le ricadute dei Trattati di libero Commercio sulle tutele di cui finora abbiamo goduto in Italia ed Europa, visto che questi Trattati pretendono di rilanciare l’economia tutelando i profitti di pochi e deregolamentando i diritti di molti.

Innanzitutto, i Trattati di libero commercio, come Voi ben saprete, sono stati negoziati con un deficit profondo di democrazia e, mentre le lobby venivano ricevute in Commissione Europea a porte chiuse esercitando le loro pressioni, noi cittadini e Voi stessi, nostri Rappresentanti, siete stati a lungo esclusi da una completa informazione.

E poi? Con quale risultato?
In modo aggressivo il CETA, rilanciato dopo l’abbandono del TTIP, attacca le regolamentazioni e le tutele di cui godiamo come cittadini europei e mette in un angolo Voi stessi, nostri Rappresentanti, annullando decisioni storiche che hanno connotato i Paesi europei come Paesi civili.
Mi riferisco soprattutto all’eliminazione del principio di precauzione e all’istituzione dei Tribunali arbitrali ICS, una sorta di giustizia parallela e di parte che va ad oscurare le legittime Istituzioni giudiziarie nazionali ed europee.

Il Trattato in questione non tocca solo barriere e tariffe ma regala alle Multinazionali
il diritto di controllare l’agroalimentare (uso di pesticidi, OGM, interferenti endocrini, diminuzione del numero dei prodotti IG italiani, via libera ai prodotti canadesi dell’italian sounding, controllo dei semi), prevede l’annientamento dei Reach sulla produzione di sostanze dannose e tossiche, la mancata promozione delle energie rinnovabili e il mancato rispetto degli obiettivi per il clima, l’assenza di disposizioni vincolanti per il rispetto degli standard ambientali, la mancanza di un elenco positivo per la definizione dei servizi pubblici, la mancanza di certezze sul mantenimento dei posti di lavoro.

Secondo alcuni, con il CETA gli europei risparmieranno 500 milioni di euro in tariffe doganali. Non è vero. Saranno soltanto le aziende che esportano in Canada ad avere questo vantaggio, piuttosto risibile se rapportato al valore degli scambi tra UE e Canada, che già oggi ammonta a più di 50 miliardi di euro.
Il CETA, però, sottrarrà agli Stati europei ben 331 milioni di euro di dazi riscossi fino ad oggi sulle merci in arrivo dal Canada. Questo a fronte di un aumento di PIL che – al lordo della Brexit di cui la Commissione non ha mai calcolato l’impatto sul trattato – per l’Europa, in dieci anni, vale tra lo 0.03% e lo 0.08% La Tuft University statunitense, per di più, ha calcolato che il CETA provocherà una perdita media di reddito annuale da lavoro di 615 euro per tutti i lavoratori UE (con punte minime di -316 euro fino a picchi di -1331 euro in Francia) e la distruzione di 240 mila posti di lavoro, dei quali circa 20 mila in Germania e oltre 40 mila sia in Francia sia in Italia.

In Canada hanno sedi sussidiarie oltre 40mila imprese statunitensi che potrebbero ottenere attraverso di esse condizioni vantaggiose di ingresso nel mercato europeo, anche se Trump, come ha già annunciato, dovesse decidere di alzare nuove barriere tariffarie e non tariffarie contro il Made in Italy.

Due ultime sentenze della Corte di Giustizia Europea sono state per noi incoraggianti proprio per il nesso rappresentanza e democrazia
La sentenza del Tribunale europeo n.49/17 del 10 maggio 2017 www.curia.europa.eu ha riconosciuto le ragioni espresse dalla proposta di Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE)“StopTTIP” con tre milioni di firme.
Secondo il Tribunale l’ICE non rappresenta un’ingerenza inammissibile nello svolgimento della procedura legislativa, bensì va intesa come una proposta che deve suscitare legittimamente e tempestivamente un dibattito democratico.
La sentenza n.52/17 del 16 maggio 2017 www.curia.europa.eu, emessa dalla Corte di Giustizia Europea, ci conferma che le disposizioni relative agli investimenti esteri non rientrano nelle competenze esclusive dell’Unione Europea, sicché l’accordo cui ci si riferisce (Trattato di libero scambio UE-Singapore) non può essere concluso senza la ratifica dei singoli Stati dell’Unione.
Imprescindibile, quindi, la ratifica dei singoli Parlamenti.

Le due sentenze citate esprimono la necessità di ottenere chiarezza e rispetto delle procedure da parte della stessa Commissione Europea, soggetto che ha ricevuto il mandato per i negoziati sia del TTIP che del CETA.

Ci auguriamo che, in occasione dell’incontro con Trudeau, i Vostri dossier siano articolati e non allineati solo sui fautori dei Trattati, prescindendo da un’analisi dei contenuti.

Ci rivolgiamo a Voi con fiducia perché chiediate ragione del rischio di vedere violati i diritti dei cittadini italiani ed europei e ci auguriamo, pertanto, che prevalga la logica dell’interesse pubblico e non quella del vil denaro.

Vi ringrazio dell’attenzione

Emilia

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