novità da "udine-friuli a 5 stelle"


IOVOTONO

no-no-nooo

Votando “SI” al quesito del prossimo 4 dicembre il Friuli Venezia Giulia non avrà rappresentanti in Senato. Questa è la novità ma è solo l’ulteriore conferma che la modifica della Costituzione è un pasticcio, che non guarda al futuro ma ci riporta indietro e ben di più dell’accentramento che nasce dalla sua coniugazione con la legge elettorale.
Lo Statuto della regione infatti prevede l’incompatibilità fra la carica di consigliere e quella parlamentare. In altri parole, non si può fare questo e quello.
Una volta di più le tante perplessità del “fronte del NO” sugli effetti futuri della riforma trovano conferma, anche perché caricare un doppio lavoro sulla stessa persona porta al rischio effettivo che questa non abbia poi il tempo per far bene né questo né quello.
Ovviare a questa “incongruenza” appare semplice: basta avviare la revisione dello Statuto di Autonomia e togliere questa clausola.
Ma, con questa “toppa”, è proprio il potere regionale ad avallare la riforma, perché questo farebbe ricadere l’autonomia sotto l’art. 39: “13. Le disposizioni di cui al capo IV della presente legge costituzionale non si applicano alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano fino alla revisione dei rispettivi statuti”.
Così, dopo la revisione dello Statuto: “a seguito della suddetta revisione, alle medesime Regioni a statuto speciale e Province autonome si applicano le disposizioni di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, come modificato dalla presente legge costituzionale”
La modifica introdotta fa dipendere l’autonomia dall’equilibrio di bilancio.
Eppure la Costituzione dovrebbe indicare una rotta politico-sociale indipendente dalle maggioranze pro-tempore del Parlamento e ben oltre i meri calcoli matematici di equilibrio di bilancio.

Claudia Gallanda
M5S

Inviato il 4 novembre 2016 alle principali testate – non pubblicato

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