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Reperti romani a Dignano: bretella a rischio!

Dignano

SPILIMBERGO. «La variante di Dignano, con il suo scavo di una dozzina di metri di profondità, potrebbe imbattersi in aree di interesse archeologico». E’ un’ipotesi che potrebbe rimettere tutto in discussione, quella lanciata da Ilaria Dal Zovo, portavoce del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale. Ciò, nonostante per la Regione si tratti di una partita chiusa, prova ne è il fatto che, su proposta dell’assessore a Infrastrutture e mobilità, Mariagrazia Santoro, la giunta Serracchiani abbia deciso di destinare alla progettazione della variante di Dignano e della gemella bretella di Barbeano un finanziamento di ulteriori 4 milioni di euro, dove le opere complessivamente dovrebbero costare circa 33 milioni di euro. C’è infatti chi non ha alcuna intenzione di arrendersi nel far valere le proprie ragioni su un’opera ritenuta «pericolosa, rischiosa, costosissima e non risolutiva», per citare le parole di Franca Pradetto, presidente dell’associazione ambientalista Assieme per il Tagliamento, promotrice di una lunga serie di iniziative anti-variante.
«Uno studio dell’architetto Luca Vignando (1), presentato alcuni giorni fa a Dignano, ha messo in evidenza alcuni punti critici di carattere storico-tecnico del progetto – afferma Dal Zovo –. L’area interessata dalla variante presenta infatti strade militari e intercomunali di epoca romana e la conseguente, probabile, centuriazione dell’agro circostante». Non a caso, non lontano dall’area interessata dall’intervento, a Vidulis di Dignano, come inserito anche nella relazione archeologica effettuata dalla stessa Regione, è stata rinvenuta una villa rustica romana di età giulio-claudia, mentre all’altezza di Bonzicco doveva esistere con tutta probabilità un antico attraversamento sul Tiliaventum. «La relazione effettuata dalla Regione – ha evidenziato Dal Zovo – non mette però in relazione queste varie situazioni, ma le tratta in modo distinto, non valutando nel suo insieme la storia di quei luoghi. La nuova opera – ha aggiunto – potrebbe contrastare pure con la normale laminazione delle acque meteoriche prevenienti dalla campagna limitrofa ad est e dirette, secondo l’orografia storica, verso il Tagliamento».
Il tunnel che figura nel progetto, lungo 450 metri e profondo fino a 15 metri sul piano di campagna, potrebbe creare, sempre secondo la consigliera pentastellata, un “effetto diga” dovuto alla sua parziale impermeabilità. «A breve invieremo lo studio di Vignando a Regione e Fvg strade – ha concluso Dal Zovo –. La storia non può essere cancellata da un’infrastruttura».

(1) del Movimento 5 Stelle di Udine

Fonte: Messaggero Veneto on line

 

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