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L’imperativo è piacere alla gente: quando si tagliano i nastri, quando ci si infervora celebrando il 25 aprile, quando si sorride ai fotografi.
Bisogna essere attenti, disponibili e (quasi) umili.
Nessun obbligo invece dentro al Comune: si ignorano le richieste dei consiglieri e non si partecipa alle sedute delle Commissioni.
Conta la simpatia della gente, non il rispetto dei principi fondamentali della democrazia.
Risale al 26 di Marzo il deposito del documento con il quale il consigliere Paolo Perozzo, Presidente della Commissione Verifica Attuazione Programma, chiedeva al Sindaco, al Segretario Generale ed all’avv. Martinuzzi alcuni chiarimenti sull’attività della propria Commissione.
Nella specie si chiedeva:
1) che almeno la documentazione pertinente ai lavori delle sedute obbligatorie della Commissione (rendiconto, relazione sullo stato di attuazione del programma e rapporti del servizio controllo di gestione) venisse trasmessa ai commissari appena disponibile, ossia appena licenziata dalla Giunta;
2) quali fossero le modalità in base alle quali la Commissione potesse esprimersi per formulare “proposte di modifica del programma, del piano dettagliato degli obiettivi e del piano di gestione” (art. 12, lettera c del Regolamento del Consiglio comunale), considerato che era sempre stato rimarcato che la Commissione non dovesse votare;
3) che alle sedute della Commissione partecipassero sempre il Sindaco e la Giunta, come già più volte richiesto inutilmente: infatti, chi se non loro dovrebbe assumersi l’onere e l’onore di presentare all’Aula lo stato di avanzamento del programma elettorale e sostenere sul punto il contraddittorio democratico?
A distanza di due mesi, nessuna risposta.
Anzi ieri sera, in occasione della seduta congiunta delle Commissioni Bilancio e Verifica Attuazione Programma, a pensarci bene una risposta c’è stata: l’assenza del Sindaco e di tutti gli Assessori, esclusa la dott.ssa Del Torre, e la trasmissione della documentazione effettuata come sempre pochi giorni prima della seduta.
L’imperativo è piacere alla gente, nessun obbligo invece dentro al Comune.
Paolo Perozzo