novità da "udine-friuli a 5 stelle"


L’ (h)era dei nuovi frac

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Quando la torta si fa grande, l’(h)era dei nuovi frac si affolla al desco, pronta ad accogliere il prossimo addio al concetto pubblico. E per dar lustro al nuovo corso anche il principio pubblico vien reso virtuale, illudendo che “chi comanda” sia immune da interferenze da chi detiene il capitale.

Così Hera, mentre si trova ad ampliare lo statuto per far spazio alle nuove fusioni – Amga, ex del Comune di Udine, fra le ultime – apre le porte a un più facoltoso, quanto interessato, capitale privato.
La Borsa ha le sue regole e quel 51 per cento di proprietà pubblica appare ormai una zavorra per l’espansione e soprattutto per attrarre capitale internazionale. Quindi, per bypassare questo scoglio, il consiglio di amministrazione sta iniettando nei sindaci la virtualità del ”voto maggiorato”, a suffragio del potere reale.

Anche il sindaco Furio Honsell, che lo scorso anno si è precipitato a fondere Amga in Hera, forse abbagliato da quel simbolico “peso doppio” – comunque attribuibile solo dopo due anni di “fedeltà a Hera” – sembra convinto che mantenere il controllo pubblico virtuale sia più vantaggioso che averne l’effettiva proprietà.
Purtroppo però i “grandi investitori” esigono anche grandi risultati economici e, ora che le gare d’ambito del gas sono alle porte, è proprio questa iniezione di liquidità privata la carta vincente di Hera, che però a sua volta è costretta a cedere proprietà in cambio di alleanze.
È infatti mera illusione pensare che i grandi gruppi o le lobbies poi si astengano dall’indirizzare le scelte al loro profitto.
Honsell forse non si è accorto che – per accontentare le mire del Pd renziano – sta guidando un’auto presa a nolo, che prima o poi dovrà rendere al legittimo proprietario.

Proprio come, giusto un anno fa, non se n’è accorto Andrea Sandra, che ora vorrebbe rifondare Amga. O meglio, “costituire una società regionale del gas” novella.
Ma quando Amga aveva tutte le carte per esserlo, proprio con l’ambito unico friulano, anche Sandra ha acceso il suo bel lumino sotto il crogiolo della fusione.

Eppure, il M5S aveva fatto diverse proposte alternative, tutte totalmente inascoltate.

Guarda caso poi, proprio negli stessi giorni in cui la maggioranza di Honsell decideva autonomamente la fine di Amga, Hera costituiva “Herambiente Servizi Industriali”, dedicata alla gestione dei rifiuti, altrettanto pronta ad accogliere l’addio che il sindaco deciderà per la partecipata Net.

 

giusto un anno fa

“La fusione fra Amga e Hera è ormai ufficiale. La battaglia politica è finita ieri sera 25 a 16, con il voto contrario dell’opposizione rovinato dalla compattezza della maggioranza“.

 

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Hera, anche se – finora – di proprietà a maggioranza pubblica, appare aver agito sempre e ben più nell’interesse della sua espansione e dei suoi azionisti che in quello del risparmio per i cittadini. Anche le parole del suo presidente, nel video sotto, sono ben più in sintonia con la Spa giocata in Borsa rispetto a ciò che dovrebbe essere un servizio per la comunità:

 

 

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