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Genesi di un errore

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L’architetto Giorgio Ganis ci ha gentilmente fornito una sua chiara disamina sull’inutilità del parcheggio interrato in piazza I° maggio:

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Terminata la campagna elettorale ed eletto il nuovo Sindaco di Udine, mi inserisco anche io nel dibattito sul nuovo parcheggio di piazza 1° maggio.

Sono un architetto, vivo e lavoro nel centro storico e mi muovo a piedi, in bicicletta, in auto ed in autobus, secondo le necessità. Non sono stato candidato in nessuna lista, a differenza dei miei colleghi che mi hanno preceduto che erano canditati con Honsell.

Chiarisco subito che sono nettamente contrario al parcheggio per elementari motivi urbanistici, storici e di sostenibilità.

Questo non vuol dire non fare nulla e continuare ad avere le auto sulla piazza o tornare ad averle in centro: gli udinesi vogliono sistemare la piazza ma non vogliono sistemarla nel modo proposto. Vogliono che torni ad essere il loro “zardin grant”, un parco urbano.
Prima di proseguire è necessario un chiarimento sulla toponomastica perché, durante la campagna elettorale, il luogo del nuovo parcheggio interrato è stato definito come “area ex Esso” per distinguerlo e separarlo da piazza 1° maggio ma questo toponimo non è mai esistito perché la piazza è sempre stata unica. Nel 1866, dopo l’unione del Friuli all’Italia fu battezzata “Piazza d’Armi” anche se continuarono a chiamarla, come sempre, “Zardin grant” o più semplicemente “Zardin”. Nel 1900, dopo l’assassinio di Umberto 1°, qualcuno fece murare una targa con il nome del Re senza l’esistenza di alcuna regolare autorizzazione dell’Amministrazione Comunale e così la piazza mantenne questo nome fino al 16 maggio 1945 quando assunse quello attuale.

Cambiare dunque si deve ma per farlo bisogna riprogettare tutta la piazza con le aree adiacenti e non solo un suo angolo. Si potranno cosi eliminare tutte le auto, ridare continuità all’area verde del colle eliminando il traffico di attraversamento (che è il vero problema) ed avere anche la possibilità di tornare alla originaria funzione pedonale di piazza Patriarcato. Bisogna però realizzare un progetto organico perché le modifiche all’assetto viario di questa parte di città avranno inevitabilmente ripercussioni su tutta la città. L’amministrazione comunale ha invece progettato solo il parcheggio. L’aspetto estetico è importante anche se non è quello principale, ma l’ingresso ad un parcheggio in luogo così delicato (vista la vicinanza al parco della villa del Palladio) andava affrontato con maggior sensibilità e rispetto.

Realizzare un nuovo parcheggio in centro città oggi nel 2013 è un errore perché vuol dire portare le auto in centro, quando invece esse devono fermarsi lungo la circonvallazione o lungo i viali di accesso in città. Si potrà tecnicamente anche realizzare un parcheggio di 1000 o 5000 posti, ma le auto dovranno necessariamente entrare ed uscire (e in determinate fasce orarie) da quel parcheggio percorrendo viale della Vittoria e piazzale Osoppo, piazza Patriarcato e viale Ungheria , via Pracchiuso: tutte strade già al limite della loro capienza. I parcheggi interrati inoltre hanno maggiori problemi di sicurezza e non sono sostenibili perché difficilmente riutilizzabili; nel nostro caso ci sono anche costi aggiuntivi dovuti alla particolarità geologica e morfologica della piazza. In centro città abbiamo ottimi esempi di parcheggi fuori terra (via dei Rizzani e via Crispi), che furono progettati in un preciso contesto storico.

La motorizzazione privata ha poco più di cent’anni e forse molti udinesi non sanno perché furono realizzate certe strade e piazze. Già con il Piano Regolatore del 1909 furono progettati alcuni viali di penetrazione in centro (viale della Vittoria è uno di questi, terminato poi velocemente nel 1924 per l’arrivo di Re Vittorio Emanuele III) ma fu sotto il regime fascista che si incentivò il trasporto privato e così il nuovo Piano Regolatore progettato nel 1937 aveva l’obiettivo dichiarato di portare il traffico automobilistico nel centro città e per farlo adeguò le strade. Negli anni 30 del ‘900 furono così demolite le ultime case di via Mercatovecchio (che da allora perse le caratteristiche di piazza allungata per traformarsi in un semplice “via”) e fu progettata piazza Duomo (anche se a causa della guerra fu realizzata solo negli anni ’50) che avrebbe dovuto diventare “il nuovo centro città” , capolinea di autobus , come lo fu prima della costruzione dell’autostazione.
In quegli stessi anni a Venezia si costruirono il ponte per le auto, piazzale Roma con le sue autorimesse e si demolirono alcuni antichi edifici (dove ora è stato realizzato il nuovo ponte di vetro) con lo slogan “arriverete in automobile sul Canal Grande”. !!!

Tutte realizzazioni oggi impensabili, ma che allora avevano un preciso senso perché adeguavano la città antica alle esigenze moderne. Innovation si direbbe oggi, e l’innovation era allora l’automobile.

Ora i tempi sono cambiati, ma i politici non si sono accorti, e progettare parcheggi in centro non ha più alcun senso. Bisogna favorire ed incoraggiare il trasporto pubblico ridisegnando la rete degli autobus che, bisogna tener presente, a Udine sostituirono i tram proprio per la loro agilità mentre ora sembra che abbiano più vincoli delle rotaie, visto che i loro percorsi non riescono ad adeguarsi alla città che cambia.

Non mi sembra fondamentale il problema del costo del parcheggio e poco importa se il comune dovrà pagare solo una minima parte perché questa opera ha un suo costo che sarà pagato con i soldi della collettività e non è etico spendere soldi per un parcheggio nato già vecchio.
Chiunque può fare un piccolo calcolo e vedere quanti autobus si potranno pagare con gli euro del parcheggio interrato. Autobus che potrebbero anche essere a prezzo politico proprio per incentivare l’uso del mezzo pubblico.

Questo parcheggio fu promesso nella campagna elettorale di cinque anni fa, ma da allora il mondo è cambiato e realizzarlo vuol dire andare contro la storia. I politici dovrebbero fare un passo indietro e spiegare ai propri elettori che certe decisioni possono e devono essere rimesse in discussione: gli elettori, ne sono certo, capiranno ed apprezzeranno.

Giorgio Ganis, Udine 18 maggio 2013

 
 

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