Si fa un gran parlare di aggressione verso le donne, non solo fisica ma anche verbale.
Verbalmente accade soprattutto quando è in gioco una contrapposizione politica e alla solidarietà femminile viene chiesto a gran voce di coalizzarsi in difesa del soggetto ritenuto leso nella sua persona.
Pongo l’attenzione su “ritenuto”, perchè non a tutte le donne vien concessa questa pari opportunità, e questo soprattutto dalle donne del Pd.
Lo strepito infatti nasce quasi sempre da loro e solo quando ritengono offesa una di loro.
Ora la polemica è sulla battuta del sindaco riguardo una foto dell’ex assessore Cinzia Del Torre, sdraiata su una cavalla, battuta che è arrivata solo dopo un attacco della stessa Del Torre al sindaco sulle celebrazioni per il 3 aprile.
Ma non è questo il problema, il problema vero è che questa solidarietà è ipocrita perché, più che essere rivolta alla questione femminile, tenta di scatenare solo un gossip elettorale.
Infatti, dov’era l’offesa Del Torre, con le sue compagne di partito, Monica Paviotti in testa, la quale ora esprime una pomposa solidarietà alla collega?
Dov’era la loro solidarietà femminile quando, in veste di maggioranza, i loro colleghi uomini mi offendevano in consiglio comunale o in commissione con illazioni grevi quanto personali?
Nulla da dire sul “ma quand’è che comincia a lavorare” dell’allora presidente di commissione Mario Canciano Canciani, vantando la sua stimata professione? O sull’accusa – totalmente gratuita – di “strumentalizzare i morti” degli ex consiglieri Andrea Sandra e Franco della Rossa, per una mozione derivante da una specifica richiesta di sensibilizzare le istituzioni sul caso?
Tutti in quota Pd -e cespugli vari- all’epoca, proprio come le ora scandalizzate signore, compreso l’ex vicesindaco, Carlo Giacomello, attualmente presidente della commissione Statuto, cosa di cui approfitta in piena seduta per accusare me – che in consiglio non sono più – dei suoi ritardi e inefficienze!
Naturalmente sempre con quell’aria di sufficienza ironica nei miei confronti.
Per le signore che ora fan mostra di indignata costernazione, al tempo e anche ultimamente erano distratte?
Ovvero se le battute pesanti riguardano le avversarie politiche, vanno bene? Le considerano nella norma della dialettica politica?
Perché, se è così, veramente vien da dire “povero cavallo”!
E per non offendere Giorgio puntualizzo: povera cavalla Sissi!
Claudia Gallanda – Udine
già Consigliere comunale di Udine
mandato 2013-2018